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probenessereSe una volta esisteva il malato immaginario, al giorno d’oggi si tende a perseguire il mito del sano immaginario. Dal punto di vista educativo questo significa il voler ricercare massivamente una situazione di equilibri stabili, uno sviluppo senza patemi d’animo per i soggetti affidati.
Che questo possa essere l’autentico  ben-essere noi avanziamo forti riserve; spesso perseguito ad ogni costo, in una esistenza asettica e priva di squilibri, ci si accontenta di sopravvivere, svicolando da un problema all’altro, all’insegna di una novella atarassia.
La serenità diventa così un bene statico, un patrimonio immutabile, talenti da sotterrare, per il timore che il cambiamento  arrechi con se rischi che vanno ad intaccare l’agognato equilibrio raggiunto. E’ facile capire che questo significa pagare un prezzo salato, fatto di continue rinunce  a vivere una vita piena.
L’educatore che si pone su questo piano è caratterizzato da un particolare agire, che si può riassumere in un verbo:  evitare, schivare i rischi, tralasciare i progetti più complessi per la paura di non poter riuscire e quindi fallire; insomma, a scansare la fatica di far crescere la persona.

prova ed errore

"Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio, la torre di Pisa".                                                                                                                                                                                 (Gianni Rodari)

Tutti nasciamo con un bagaglio genetico, che, in mancanza di particolari menomazioni, ci permette di avere un’intelligenza (pensata un po’ come il motore di un’auto) sufficiente al successo scolastico e lavorativo. Come i motori delle automobili, anche di intelligenze ce ne sono diverse (H. Gardner) e tutte, in modo più o meno veloce, possono arrivare dove vogliono arrivare. Alcune andranno meglio su strada liscia, altre sul bagnato, altre ancora sullo sterrato. L’importante è conoscersi, impegnarsi, avere costanza e essere flessibili, trovando soluzioni diverse in caso di ostacoli.
Un bambino piccolo, quando vuole imparare a camminare, ad esempio, nulla lo può fermare. Anche da solo, senza aiuti, può trovare un modo per mettersi in piedi. Probabilmente (perché non è scontato) ci metterà più tempo di un altro bambino più fortunato, ma prima o poi ci riuscirà.